Comuni ripresi dalla Cassazione: i regolamenti sono subordinati alla legge

Comuni ripresi dalla Cassazione: i regolamenti sono subordinati alla legge

Un fenomeno diffuso tra gli enti locali sembra essere l'eccessiva proliferazione di regolamenti, un'ampia e talvolta incontrollata elaborazione di norme che va oltre le necessità stabilite dalla legislazione.

Questo comportamento è spesso caratterizzato dalla convinzione che attraverso la creazione di regolamenti si possa agire senza limiti, introducendo norme che non solo superano quanto stabilito dalla legislazione, ma addirittura derogano alle norme esistenti, introducendo sanzioni, obblighi patrimoniali, scadenze e procedure inesistenti. Finora, i cosiddetti controlli preventivi di legittimità esterni non sono serviti ad arginare il fenomeno.

L'ordinanza della Cassazione n. 29427 (Sezione II Civile, 24.10.2023) sembra rispondere a questo fenomeno che colpisce un gran numero di amministratori locali che spesso non hanno una formazione specifica in diritto amministrativo e costituzionale. Nel caso specifico, l'ordinanza è scaturita dall'applicazione di sanzioni amministrative a carico dell'amministratore di un condominio, a causa di un errato conferimento dei rifiuti in cassonetti non corretti, secondo quanto previsto dal regolamento per la gestione dei rifiuti urbani.

L'ordinanza:

  • mette in evidenza quanto l'amministratore condominiale non possa essere considerato responsabile, in via solidale con i singoli condomini, per la violazione del regolamento comunale relativo all'irregolare conferimento dei rifiuti nei contenitori destinati alla raccolta differenziata collocati in luoghi di proprietà condominiale. La responsabilità dell'amministratore si limita agli atti propri e non può estendersi a violazioni specifiche dei singoli condomini;
  • approfondisce la legittimità del regolamento per la gestione dei rifiuti urbani, esaminando sia la definizione del comportamento sanzionato sia la determinazione della sanzione;
  • offre una dettagliata ricostruzione delle fonti normative, sottolineando il principio di legalità che impedisce l'introduzione diretta di sanzioni amministrative da parte di fonti normative subordinate, come regolamenti comunali o ordinanze del sindaco;
  • richiama l'esigenza di predeterminazione legislativa dei presupposti dell'esercizio del potere sanzionatorio, richiamando la necessità di una partecipazione pubblica e trasparente nel processo di formazione della legge;
  • analizza la normativa locale che sì, attribuisce agli enti locali il potere di adottare sanzioni amministrative. ma che non può essere esercitato in modo indipendente e parallelo alle leggi;
  • sottolinea la necessità che le leggi di dettaglio, pur non vincolando il Parlamento, circoscrivano ulteriormente l'esercizio del potere regolamentare degli enti locali.
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