Carenza di addetti alla Protezione civile nei Comuni Italiani.

Carenza di addetti alla Protezione civile nei Comuni Italiani.

In ambito comunale, lo svolgimento delle attività di pianificazione di protezione civile e di direzione dei soccorsi con riferimento alle strutture di appartenenza, è una funzione importantissima.

I Comuni, anche in forma associativa, devono assicurare l’attuazione delle attività di protezione civile nei rispettivi territori in attuazione dell’articolo 1, comma 1, della legge 7 aprile 2014, n. 56, nel rispetto delle disposizioni contenute nel decreto n. 2/2018, delle leggi regionali in materia di protezione civile, e in coerenza con quanto previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Inoltre provvedono con continuità all’attuazione, in ambito comunale delle attività di prevenzione dei rischi - all’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla pianificazione dell’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale - all’ordinamento dei propri uffici e alla disciplina di procedure e modalità di organizzazione dell’azione amministrativa peculiari e semplificate per provvedere all’approntamento delle strutture e dei mezzi necessari per l’espletamento delle relative attività, al fine di assicurarne la prontezza operativa e di risposta in occasione o in vista degli eventi emergenziali - alla vigilanza sull’attuazione da parte delle strutture locali di protezione civile dei servizi urgenti - all’impiego del volontariato di protezione civile a livello comunale o di ambito, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali - al verificarsi delle situazioni di emergenza, all’attivazione e alla direzione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare le emergenze - alla predisposizione dei piani comunali o di ambito, di protezione civile, anche nelle forme associative e di cooperazione previste e, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali, alla cura della loro attuazione.

Nel territorio comunale l'organizzazione delle attività di protezione civile è articolata in base a quanto previsto nella pianificazione di protezione civile e negli indirizzi regionali, in cui sono disciplinate le modalità di gestione dei servizi di emergenza.

Nei Comuni Italiani però solo solo lo 0,6% dei dipendenti è impiegato nel ruolo di addetto alla Protezione civile, ovvero un solo addetto per 21.500 abitanti.

Questi i dati che emergono dal primo rapporto nazionale sulle Protezioni civili comunali presentato durante l'assemblea dell'Anci di Bergamo.

Questa indagine è stata condotta su 144 Comuni, 14 dei quali capoluoghi di città metropolitana, e mette in evidenza la grande carenza sul tema di protezione civile con gran parte dei Comuni che non ha un servizio h24 ed altri, come ad esempio Bologna o Napoli, non dotati di una sala operativa dedicata. 

Un servizio tipo per un comune è costituito da 6 addetti, che in buona parte non ricoprono posizioni organizzative (solo 34 Enti su 144, il 23,6%) e a volte un dirigente (solo 51 Enti su 144, il 35,4%) con 4 automezzi a disposizione. Le allerte diramate in un anno sono circa 77, con l'attivazione di 3 Centri Operativi Comunali, mentre gli interventi effettuati sono 184.

Il rapporto presentato purtroppo fa emergere delle gravi carenze sotto l'aspetto dei servizi per la protezione civile, calcolando che dall'indagine Ispra 2020 si evince che l'Italia è un territorio ampiamente colpito dalle calamità naturali: il 15,4% del territorio è a rischio alluvione e il 18,4% a rischio frana. Senza contare, poi, che si registrano mediamente 40 terremoti al giorno di diversa intensità: solo a gennaio di quest'anno ne sono stati 1.255.

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