Bilanci degli Enti locali: tutte le scadenze da rispettare fino al 2025

Bilanci degli Enti locali: tutte le scadenze da rispettare fino al 2025

Dal 2023 il processo di programmazione #economico-finanziaria degli enti locali è entrato in una fase scandita da r#egole più rigide e tempi precisi, grazie al decreto del #MEF che ha introdotto un vero e proprio #cronoprogramma per la redazione e l’approvazione dei #bilanci di previsione. Non si tratta di un semplice documento contabile, ma della cornice giuridica che consente a Comuni, Province e Città metropolitane di #pianificare entrate e spese, di riscuotere tributi e autorizzare pagamenti: senza bilancio, l’attività amministrativa si blocca. Tutto parte il 15 settembre, quando gli uffici finanziari elaborano il cosiddetto “bilancio tecnico”, una bozza costruita sulla base della normativa vigente e senza modifiche gestionali, utile per avere subito un quadro delle risorse disponibili e degli eventuali squilibri da correggere. Entro il 5 ottobre i dirigenti dei vari settori – dai lavori pubblici al sociale, dalla scuola alla cultura – devono comunicare le proprie previsioni di spesa e di entrata, altrimenti vale il principio del silenzio-assenso che implica l’accettazione delle cifre già indicate nel bilancio tecnico. Il 20 ottobre è il momento in cui il settore finanziario chiude la raccolta dati, li verifica e li riequilibra: qui si prendono le prime decisioni concrete, tra conferme, tagli a spese non essenziali, rinvii di investimenti o ricerca di nuove entrate. Poi la palla passa alla Giunta, che entro il 15 novembre deve presentare lo schema di bilancio definitivo, corredato da relazioni e allegati, da sottoporre al Consiglio comunale. Infine, la scadenza più importante: entro il 31 dicembre il Consiglio deve approvare il bilancio di previsione triennale insieme alla nota di aggiornamento del DUP, un passaggio che autorizza formalmente l’amministrazione a gestire le risorse e a dare attuazione al programma politico. Non manca l’attenzione alle previsioni di cassa, indispensabili per garantire la liquidità necessaria a pagare fornitori e dipendenti ed evitare la formazione di debiti fuori bilancio. La fase consiliare resta articolata in due momenti: prima l’analisi dello schema e del parere dei revisori, poi la discussione e la votazione con la possibilità di emendamenti, a patto che siano compatibili con l’equilibrio finanziario e corredati da pareri tecnici. Tutto questo percorso, che prosegue con lo stesso calendario anche per il 2025, è pensato per evitare ritardi cronici e manovre improvvisate all’ultimo minuto, imponendo un metodo più rigoroso e trasparente, capace di assicurare stabilità e responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche.

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