Pubblica amministrazione, cambia il reclutamento: nasce la maxi-graduatoria tra Padova, Verona e Vicenza
Un “concorsone” per tre città, un’unica #graduatoria per assumere figure professionali strategiche, un passo concreto verso una pubblica amministrazione più efficiente, meno costosa e, soprattutto, più attrattiva. Padova, Verona e Vicenza – tre capoluoghi veneti amministrati da giunte di centrosinistra, guidate rispettivamente da Giordani, Tommasi e Possamai – hanno deciso di unire le forze per affrontare una delle sfide più complesse che oggi coinvolge gli enti locali: trovare e mantenere #personale giovane, competente e motivato. E lo fanno con una mossa inedita per il Veneto, tra le prime in Italia, sostenuta dall’Anci, che ha creduto fortemente nel progetto puntando su semplificazione, economicità e collaborazione tra amministrazioni.
Il meccanismo è semplice nella sua struttura, ma rivoluzionario nelle sue potenzialità: invece di bandire #concorsi separati per ciascun Comune, si procederà con selezioni unificate per alcune figure professionali fondamentali come funzionari amministrativi, contabili, informatici, istruttori tecnici e agenti di polizia locale, compresi anche ruoli dirigenziali. Una volta svolta la prova, che accerterà l’idoneità dei candidati, verrà formata una graduatoria unica da cui i Comuni potranno attingere in base alle proprie esigenze. Al bisogno, l’ente presenterà un interpello: chi è interessato risponderà e, se selezionato, potrà sostenere un colloquio finale per l’assunzione.
Si parte già da metà luglio, con una procedura che non sostituirà i concorsi tradizionali ma li affiancherà, offrendo un canale più rapido e flessibile. Gli elenchi di idonei avranno validità triennale e saranno aggiornati ogni anno per includere nuovi candidati, garantendo così una banca dati dinamica e sempre attuale.
L’obiettivo non è solo organizzativo o tecnico, ma anche culturale. «Credo che la questione sia generazionale – ha affermato Claudio Chianese, segretario generale del Comune di Padova – oggi i giovani cambiano spesso lavoro, cercano stimoli diversi, e il posto fisso non è più un valore assoluto». Ma, secondo Chianese, è anche necessario sfatare alcuni luoghi comuni: «Il lavoro nella pubblica amministrazione è tutt’altro che statico. È dinamico, comporta responsabilità e cambia nel tempo. Dobbiamo raccontarlo meglio, renderlo più attrattivo, e ovviamente lavorare anche sugli stipendi, ancora troppo bassi per i neoassunti».
Dello stesso avviso le segretarie generali dei Comuni di Vicenza e Padova, Michela Cavalieri e Paola Suriano, che sottolineano come questa modalità permetta di abbattere i costi dei singoli concorsi, evitare la concorrenza tra enti per accaparrarsi i candidati migliori e limitare il rischio di migrazioni tra un Comune e l’altro a pochi mesi dall’assunzione. Una logica collaborativa che rispecchia una visione di pubblica amministrazione più moderna, meno frammentata, più vicina al cittadino.
E a proposito di cittadini, l’iniziativa rappresenta un’opportunità concreta anche per loro. Come spiegano gli assessori alle Risorse Umane dei tre Comuni – Margherita Cera (Padova), Michele Bertucco (Verona) e Matteo Tosetto (Vicenza) – partecipare a un’unica prova di selezione significa evitare di doversi candidare a tre concorsi diversi, con relativi costi, tempi e incertezze. Una volta idonei, i candidati potranno valutare, caso per caso, se il posto offerto in una delle tre città si adatta alle proprie esigenze professionali e personali. Una maggiore libertà, quindi, ma anche una valorizzazione del merito e delle competenze, in un’ottica più aperta e flessibile.
Non è la soluzione definitiva a tutti i problemi della pubblica amministrazione, certo. Ma è un primo passo concreto per renderla più accessibile, efficiente e competitiva. Perché il “posto fisso”, se reinterpretato in chiave moderna, può ancora avere molto da offrire.