Bonifica amianto, ancora numerose risorse inutilizzate e a disposizione

Bonifica amianto, ancora numerose risorse inutilizzate e a disposizione

In questo periodo dove pericolo climatico e transazione ecologica sono termini utilizzati con costanza, crea una certa perplessità scoprire come nel nostro paese si faccia sempre scarsa attenzione all'ambiente, anche quando il prendersene cura viene sovvenzionato. Anni fa si è a lungo parlato di bonifica dall'amianto, un materiale pericoloso per ambiente e salute spesso inconsapevolmente utilizzato nella costruzione di edifici privati e anche pubblici. Proprio nell'ambito del cosiddetto "Collegato ambiente" (era il 2015) furono stanziati fondi allo scopo di ripulire gli edifici pubblici in cui era ancora presente dell'amianto, ma ad oggi solo il 30% di tali risorse sono state utilizzate.

Con il "Collegato ambiente" (comma 7, articolo 56, Legge 221, del 2015) veniva istituito un fondo il cui obiettivo era quello di sostenere in parte o totalmente il costo di progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto, con un tetto massimo di 15.000 euro. La priorità viene data alle bonifiche di edifici che si trovano entro 100 metri da parchi gioco, asili, scuole, ospedali, strutture di accoglienza socio-assistenziali e impianti sportivi. A seguire la priorità va agli edifici pubblici che sono stati segnalati, in merito alla presenza di amianto, da enti di controllo sanitario o tutela ambientale o di altri enti e amministrazioni. Infine ci sono gli interventi con in previsione un progetto che può essere realizzato in un anno dall'erogazione del contributo o quelli che coinvolgono edifici posti all'interno di un sito di interesse nazionale o inseriti nella mappatura dell’amianto (come da Decreto ministeriale 101, 18 marzo 2003).

A scoprire la bassa percentuale di sfruttamento di questo fondo, data dalla scarsità di richieste, è stato il Centro Studi Enti Locali: dei quasi 12 milioni di euro stanziati per la bonifica, solo poco più di 3 milioni e 777.000 euro sono stati assegnati. I dati relativi a questa elaborazione sono stati pubblicati sul sito del Ministero della transazione ecologica (Mite). Stando al rapporto di Legambiente sarebbero oltre 50.000 gli edifici pubblici a necessitare una bonifica dall'amianto, ma negli anni sono stati solo 636 i progetti che hanno richiesto il sostegno da parte del "Collegato ambientale". A niente sembrano essere valsi i numerosi e concordanti studi scientifici sulla pericolosità di questo materiale, così diffuso in passato, e messo al bando già da una legge del 1992. Il Ministero della Salute stilava un documento in cui parlava ampiamente dei pericoli ad esso connessi, come il comportare "inevitabilmente dei danni a carico della salute, anche in presenza di pochi elementi fibrosi ", ribadendo la sua natura di "agente cancerogeno" dannoso, in particolare nella sua forma di "fibrocemento" (ovvero l'eternit). In particolare "I rischi maggiori sono legati alla presenza delle fibre nell’aria. Una volta inalate, le fibre si possono depositare all’interno delle vie aeree e sulle cellule polmonari. Le fibre che si sono depositate nelle parti più profonde del polmone possono rimanere nei polmoni per diversi anni, anche per tutta la vita. La presenza di queste fibre estranee all’interno dei polmoni può comportare l’insorgenza di malattie come l’asbestosi, il mesotelioma ed il tumore dei polmoni".

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