Appianare i debiti delle PA per risanare i conti

Appianare i debiti delle PA per risanare i conti

Grazie al fondo da 2,67 miliardi (in 20 anni) stabilito con la Legge di Bilancio i "grandi debitori" potranno saldare i conti in sospeso con le aziende. Si parla di Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Torino che hanno contratto un debito pro capite di oltre 700euro. In questo modo si avvia il loro risanamento, previo appunto il saldare i debiti pregressi con le aziende. Per rendere possibile questo passaggio economico, il 31 gennaio 2022 sono stati pubblicati i bandi di Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Torino e da quel giorno ci sono a disposizione 60 giorni per accordarsi con le imprese, che dovranno presentare la documentazione e firmare l'accordo che sottoscrive l'estinzione del debito.

I debiti non saranno assolti per intero, ma si parla dell'80% per quelli degli ultimi anni (compreso il 2021) e del 40% per quelli più vecchi. Questo "sconto", se così si può definire, ha portato un certo scontento, ma le organizzazioni di categoria assicurano che nel complesso le aziende sono ben disposte a vedersi finalmente pagati almeno una parte di quei debiti che gli enti pubblici hanno contratto nel corso degli anni (in alcuni casi addirittura più di dieci). La procedura di smaltimento degli ingenti debiti delle PA verso le imprese (con i Comuni in testa in quanto a lentezza) fa comunque prendere una boccata d'aria a queste, che potranno vedere parte del denaro investito. Un possibile allargamento delle griglie fissate per i rimborsi è poi la speranza di diversi, per riuscire ad ottenere qualcosa in più.

L'ex- sottosegretario al Tesoro e assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Pier Paolo Baretta, convocato dal sindaco per dare una spinta al risanamento dei conti, spiega che: "Napoli avrà poco meno della metà dei 2,67 miliardi stanziati dalla legge di Bilancio per il risanamento. Una delle condizioni poste dalla legge è l'abbattimento dei debiti attraverso delle transazioni con i creditori. E' previsto il pagamento del 40% dei debiti tra i 5 e i 10 anni 40%, il 60% sotto i 5 anni e l'80% negli ultimi tre anni l'80%. Una volta che si è fatta questa transazione, entro giugno-luglio, il creditore che accetta viene pagato in 20 giorni. Il vantaggio per i creditori è che quei soldi li ricevono subito."

Il processo non è esente da ombre e difetti. Infatti, Le imprese non saranno costrette ad accettare come soluzione del debito questa formula, ma quelle che sperano ancora di ottenere il 100% del dovuto dovranno agire per vie legali. Ci si chiede anche che senso abbia avuto estendere questa possibilità ai crediti scaduti da soli pochi mesi. Altro problema per chi aveva necessità di quel denaro da anni, in particolare i creditori da oltre un decennio, i quali, come spiegato dal presidente Confederazione Imprese Italia di Napoli, Mauro Pantano: "Le nostre aziende vantano crediti a sofferenza da più di 10 anni, alcune sono morte, il Comune non troverà più chi rimborsare. Molti di noi a causa dei mancati pagamenti non hanno potuto pagare i contributi dei lavoratori, e quindi non sono in regola, non hanno il Durc, il documento dell'Inps che attesta la regolarità contributiva. E poi questa ci sembra ancora un'operazione teorica, non ci sono le poste in bilancio". Pur ammettendo con amarezza che "le imprese stanno con il cappello in mano sperando che questi soldi arrivino, anche perché comunque veniamo da una crisi pandemica importantissima" e che anche quel 40 o 80% sarà comunque ben accetto se non necessario per molte realtà imprenditoriali. Cercare un modo per saldare i debiti delle PA è certamente lodevole e necessario, e se un metodo simile (con un pagamento parziale) viene accettato ma fa storcere il naso, si spera bene che tale risoluzione sia una caso unico e non si ripresenti in futuro.

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