Autovelox in Italia, un censimento per fare chiarezza sull'operato di Comuni
Un #censimento degli #autovelox per fare chiarezza tra #multe, #sicurezza e #regole rispettate. È questa l’operazione avviata dal #Ministero dei Trasporti con un decreto che obbliga Comuni e amministrazioni a registrare, entro due mesi, ogni singolo dispositivo installato sul territorio. Una mappa completa di apparecchi che in Italia si stima siano almeno 11mila, tra fissi e mobili, e che negli anni sono stati spesso al centro di polemiche: da un lato strumenti utili per ridurre la velocità e quindi gli incidenti, dall’altro percepiti come macchine “acchiappa-multe”, posizionate in punti strategici non tanto per salvare vite ma per riempire le casse comunali. Eppure, i numeri sulla sicurezza stradale sono allarmanti: ogni anno oltre 3mila persone perdono la vita sulle strade italiane e gli autovelox dovrebbero servire prima di tutto a far rispettare i limiti, prevenendo tragedie. Il caos è iniziato più di un anno fa con una sentenza della Cassazione che ha dichiarato nulle le multe comminate da dispositivi approvati ma non omologati, cioè non sottoposti ai test tecnici necessari a certificarne la validità. Da lì si è aperto un fronte enorme, perché secondo i dati raccolti dall’Anci quasi il 60% degli autovelox fissi e addirittura il 67% di quelli mobili sono stati autorizzati prima del 2017, anno in cui il ministero stabilì che l’approvazione non bastava più ma serviva anche l’omologazione. Tradotto: una buona parte delle multe elevate con quegli apparecchi rischierebbe di essere irregolare. Il censimento nasce proprio per mettere ordine e dare maggiore trasparenza, come ha sottolineato il ministro Matteo Salvini che ha fatto della questione una battaglia personale, promettendo di garantire agli automobilisti la massima chiarezza sulla quantità, posizione e regolarità degli impianti. I Comuni dovranno inserire su una piattaforma online predisposta dal Mit tutti i dati relativi a ciascun autovelox: posizione, marca, modello, matricola e soprattutto lo stato dell’omologazione. Ogni variazione dovrà essere aggiornata in tempo reale e chi non rispetterà la scadenza del 30 novembre vedrà i propri dispositivi spenti e inutilizzabili. Le associazioni dei consumatori hanno accolto positivamente la novità: secondo Assoutenti, lo scorso anno i Comuni hanno incassato oltre 7 milioni di euro dalle sanzioni legate agli autovelox e per i cittadini questa operazione rappresenta un passo verso maggiore correttezza. Anche il Codacons plaude all’iniziativa parlando di svolta storica, perché finalmente sarà possibile sapere quanti autovelox ci sono in Italia, dove sono posizionati e con quali caratteristiche tecniche operano. Resta da capire se la mappatura porterà davvero a una nuova stagione di trasparenza e sicurezza, o se si limiterà a scoperchiare un vaso di Pandora fatto di apparecchi mai testati e multe contestabili. Quel che è certo è che il dibattito sugli autovelox, tra tutela della vita e accuse di “caccia al portafogli”, è solo all’inizio.