Come cambia il Mobility manager

Come cambia il Mobility manager

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Entro il 31 dicembre di ogni anno, le imprese con più di 100 dipendenti sono tenute a nominare un Mobility Manager Aziendale.

I compiti e gli obiettivi a cui tende sono:

  • elaborare il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro;
  • promuovere gli interventi necessari alla gestione ottimizzata della mobilità dei dipendenti;
  • ridurre l'impatto ambientale del traffico nelle aree urbane e metropolitane.

Sulla figura professionale del mobility manager aziendale è intervenuto il recente Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 16 settembre 2022 (GU Serie generale - n. 271), mirando a risolvere alcune incertezze interpretative e criticità emerse nell'applicazione delle normative precedenti che la riguardano.

In particolare il decreto ha previsto un ampliamento sul calcolo della soglia occupazionale richiesta per l’adozione del piano spostamenti casa-lavoro in caso di società infragruppo. Il testo specifica che in questi casi la soglia dei 100 dipendenti viene calcolata sommando i lavoratori delle diverse società del raggruppamento. Chiarimento che  contribuisce a evitare ambiguità nell'applicazione della legge e a garantire che tutte le aziende coinvolte adottino misure per promuovere la mobilità sostenibile.

Ulteriori novità riguardano la nomina del mobility manager d'area, specie per le grandi città I Comuni obbligati a nominare un Mobility manager possono individuarlo non solo tra il personale in ruolo del comune ma anche tra il personale di una società partecipata o dell'agenzia della mobilità. Sono richieste le stesse competenze professionali o un'esperienza comprovata nei settori della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell'ambiente

Una questione irrisolta è l'assenza di un adeguato riconoscimento economico per il Mobility manager degli Enti Pubblici. Spesso, questi professionisti devono dedicarsi a compiti aggiuntivi, riducendo il tempo disponibile per le attività legate alla mobilità sostenibile. Il Decreto introduce la possibilità di rimborsare le spese sostenute dai Mobility manager per le loro attività, previa documentazione e approvazione dell'amministrazione, ma non risolve la questione di fondo. L'idea di consentire alle amministrazioni un rimborso spese per il Mobility manager senza nuovi o maggiori oneri finanziari sembra suggerire un approccio quasi volontaristico alla figura del Mobility manager, che dovrebbe investire risorse personali per adempiere alle responsabilità assegnate dall'amministrazione.

Per garantire il successo di questa figura chiave nella promozione della mobilità sostenibile in Italia, restano da affrontare alcune sfide fondamentali come:

  • la comprensione delle dinamiche finanziarie comunali 
  • l'allocazione delle risorse
  • il riconoscimento economico adeguato
  • la chiara definizione delle responsabilità del ruolo
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