Ribassate dall'Istat le stime del Pil del IV trimestre

Ribassate dall'Istat le stime del Pil del IV trimestre

Rispetto al quarto trimestre del 2020, il 2021 si chiudevacon un 6,2% di aumento del Pil (euno 0,6% rispetto al trimestre precedente), un dato che la stima di finegennaio vedeva ancora maggiore, stabilendolo al 6,4%. Una rivisitazione alribasso, quella calcolata dall'ISTAT che calcola una variazione acquisita del+2,3% per il 2022. Stando a quanto stimato dall'ISTAT 1,8 punti percentualesono stati forniti dalla trainante domanda interna, portando al quartotrimestre consecutivo in crescita.

Anche in virtù di questo peggioramento delle prospettive, il Codacons dichiarato di stareallerta. Già nel quarto trimestre del 2021, la spesa delle famiglie italiane hasubito un calo del 0,5%. Ad oggi, con il caro bollette e lo scoppio dellaguerra in Ucraina, si prevede un ulteriore aggiornamento nel corso del 2022. Ilpresidente Carlo Rienzi ha dichiarato che "Tutti gli indici del Pil delloscorso anno sono destinati a cambiare radicalmente come conseguenza della gravesituazione. I pesanti aumenti delle bollette di luce e gas di gennaio,unitamente alla fiammata dell’inflazione, al caro-benzina e al conflittorusso-ucraino, avranno effetti diretti sia sui consumi delle famiglie, che nelcorso del 2022 rischiano una debacle totale, sia sull’economia nazionale,arrestando la ripresa del nostro paese."

Il conflitto russo-ucrainoha avuto già un effetto devastante sulle quotazione del grano, giunto adaumentare quasi del +40% dall'inizio dello scontro, come dichiarato daAssoutenti, allarmata per il caro prezzi. Infatti, oltre al costo maggioratodelle materie prime, stessa sorte sta toccando alle attività legate allaproduzione, che tra caro-bollette e aumento dei costi di benzina e gasolio (equindi del trasporto) iniziano a intravedere un futuro difficile. Tali fattorifiniranno per influenzare il prezzo al dettaglio, nelle prossime settimane, dinumerosi prodotti venduti in Italia; basta pensare ai numerosi prodottiderivanti dal grano, quali pasta, pane, cracker e dolciumi vari.

Un'emergenzamondiale quindi, che non lascerà di certo l'Italia in disparte, anzi lacoinvolge direttamente, poiché, come esplicitato da Coldiretti: importiamo il64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il53% del mais necessario all’alimentazione del bestiame, mentre il nostrosecondo fornitore di mais è proprio l'Ucraina, da cui viene una quota oltre il20% e garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.

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