Prorogato lo smart working degli statali

Prorogato lo smart working degli statali

Sfruttando la necessità creata dalla critica situazione sanitaria, che ha portato a prorogare lo stato di emergenza fino al 30 aprile, lo stato ha deciso di prolungare lo smart working per gli statali fino a tale data. In questo modo si vuole tanto tutelare la salute dei dipendenti, quanto continuare a mettere alla prova il funzionamento dello smart working negli enti pubblici, nell’ottica di farsi trovare pronti quanto partirà a tutti gli effetti il piano per passare a pieno regime a questa modalità lavorativa.


La proroga è stata decisa dal Ministero della Funzione pubblica, per evitare in questo periodo così complicato la necessità di stipulare un apposito accordo sul lavoro a domicilio tra il lavoratore statale e l’ente pubblico. Almeno il 50% del personale che per svolgere le proprie mansioni non necessitano di stare in presenza dietro la scrivania, dovranno continuare a lavorare in regime di smart working fino al 30 aprile.


L’emergenza sanitaria ha costretto aziende pubbliche e private ad adottare questa modalità lavorativa, di cui si parlava già da diverso tempo, riscontrandone (non senza alcune difficoltà, soprattutto iniziali) nel complesso la validità. La necessità di un’Italia al passo con i tempi, passa di certo verso il processo di digitalizzazione. Un passaggio che fino all’anno scorso veniva procrastinato o effettuato con difficoltà, soprattutto da parte degli enti più piccoli, e che almeno in certa misura la pandemia ha costretto ad adottare.


Parlando proprio di smart working, il termine per presentare il Piano organizzativo del lavoro agile scade il 31 marzo. Si tratta del piano il cui scopo è introdurre in ogni amministrazione un modello organizzativo misto tra lavoro da casa e lavoro in presenza, che sarà un passo avanti nella sopracitata digitalizzazione degli enti pubblici.

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